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Post - vincenzo riili
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« il: Novembre 03, 2016, 04:17:31 pm »
Sì, riesco sempre a scaricare e leggere il materiale della liturgia domenicale che trovo esauriente come esegesi storica, spirituale e pastorale.
2
« il: Aprile 26, 2015, 10:36:48 am »
Nella catechesi ai ragazzi tutto comincia dalla famiglia Vorremmo dire che: Molti genitori fanno importanti scoperte durante l’anno di catechismo: si fanno carico del loro compito di genitori-educatori, vedono con occhi nuovi la comunità parrocchiale, diventano collaboratori del catechista. Spesso iniziano nuove relazioni nel quartiere e nuove amicizie. - Grazie al catechismo del loro figlio, i genitori ritrovano spesso una Chiesa ben diversa da quella che avevano conosciuto. Alcuni riscoprono la preghiera durante una celebrazione con i figli e altri si aprono a domande sulla fede che non si ponevano più da molto tempo.- La catechesi d’altra parte non sarebbe efficace se si rivolgesse solo ai ragazzi. Né la vivranno al di fuori del perimetro parrocchiale, se tutto si esaurisce all’interno del gruppo catechistico.E’ proprio così? Ma ci sono catechisti che trovano difficoltà a rapportarsi con i genitori. Qualcuno dice: «Non mi sento preparato...»; oppure: «I genitori non ascoltano uomini e donne come noi, ascoltano solo il prete...».- Altri ancora si lamentano: «Su cento genitori, rispondono al massimo una decina».
Ognuno dica la sua… Lo scritto in verde è preso da dossier catechista http://www.elledici.org Se ci sarà seguito nella discussione potremmo continuare con altre puntate, sempre che lo vogliate...
3
« il: Aprile 22, 2015, 09:15:41 am »
Vi giro le domande che la rivista "Dossier catechista" ha preparato sulla prima confessione.
La prima confessione dei bambini: "Impara a perdonare perché sei stato perdonato"
Cari catechisti, a partire dalla vostra esperienza, potete rispondere a queste tre domande impegnative?
- Prima Confessione: che cosa comprendono di questo sacramento dei bambini di 8-9 anni?
- Come aiutarli a passare dal Dio giudice al Dio che li chiama a un cammino di libertà?
- A questo riguardo, qual è il ruolo della famiglia?
Cosa ne pensate?[/size][/font]
4
« il: Marzo 30, 2015, 04:55:50 pm »
Genitori: Catechismo sì, ma non senza di voi Mamma e papà, testimonial del Vangelo n questa seconda parte si vuol trovare un'intesa di partecipazione dei genitori alla formazione cristiana dei loro figli: risvegliare i ricordi dell'infanzia quando i genitori, anche se analfabeti ci insegnavano le prime preghiere che a loro volta avevano appreso dai nostri nonni. I tempi sono cambiati, la preparazione dei genitori intellettuale dei genitori pure, ciò che renderebbe più agevole la loro partecipazione, tenendo conto che anche i ragazzi non sono quelli di una volta. Con la mano sul petto, forse anche noi genitori avremmo qualcosa da rimproverarci in fatto di frequenza religiosa: la Chiesa tutta ha bisogno di noi, in attesa di un risveglio primaverile dei cuori.
Seconda parte: Lettera del vescovo di Pinerolo ai genitori , educatori nel cammino dell’Iniziazione Cristiana dei figli Nei primi anni di vita si prepara il futuro Il mio pensiero va prima di tutto alle famiglie che hanno bambini da zero a sei anni. È questo un tempo particolarmente ricco di speranza. È importante che vi prepariate con impegno alla celebrazione del Battesimo dei vostri figli. Il Signore li vuole rendere partecipi del dono della sua vita divina. Infatti, ricevere il Battesimo è essere “immersi” nella vita di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Da quel momento ciascuno di noi non ha soltanto più un orizzonte terreno, ma eterno. Sarà certamente un giorno di festa che lascerà una traccia profonda nella vostra vita. Rivolgetevi al vostro parroco, se è possibile ancora prima che nasca il bambino, per comunicargli questa bella notizia. Ne sarà certamente contento. Vi accoglierà con molta cordialità, gioia e premura. Vi proporrà due o tre incontri in preparazione al Battesimo. Credetemi, sono molto utili, perché vi aiutano a comprendere il dono che vostro figlio sta per ricevere e mettono a fuoco quali sono i vostri compiti e le vostre responsabilità come genitori cristiani. Potrete così conoscere più da vicino il vostro parroco e stabilire con lui un rapporto di autentica amicizia e collaborazione. Questi incontri, forse, non li farà da solo ma con l’aiuto di una coppia di sposi, genitori come voi, che porterà la sua bella esperienza educativa. Dopo il Battesimo, la vostra comunità parrocchiale continuerà a seguirvi. La parrocchia la dovete sentire come la vostra casa. Nei primi anni di vita, il bambino è particolarmente sensibile a ricevere stimoli che incideranno sul suo futuro. Occorre non sprecare questo tempo. Quante esperienze religiose si possono trasmettere ai figli tenendoli ancora tra le braccia! L’amore di Dio si sperimenta attraverso il vostro amore. Ad esempio, pregare insieme in famiglia è un’esperienza molto bella. Ho visto dei genitori piangere, guardando il loro piccolo pregare. Nel periodo dopo il Battesimo sino ai sei anni, il vostro parroco vi inviterà periodicamente a degli incontri insieme ad altre famiglie, per aiutarvi a capire le fasi di crescita del vostro bambino e ad accompagnarlo nel suo sviluppo non soltanto umano, ma anche di fede. Essere genitori educatori è un’arte e bisogna impararla. Incontrandovi con altre famiglie che hanno bambini potrete fare insieme uno stesso cammino, condividere esperienze e scelte, e stringere anche fruttuose amicizie. Catechismo sì, ma non senza di voi I bambini crescono e giunge il momento in cui andrete in parrocchia per chiedere al parroco quando vostro figlio può iniziare il catechismo con gli altri suoi coetanei. Tra le domande che gli porrete, forse, ci sarà anche questa: “Quando farà la Prima Comunione?” Oppure: “Quando farà la Cresima?” Se guardiamo bene le cose, forse non sono queste le prime domande da fare. Desidero, invece, aiutarvi a comprendere che il catechismo non ha come scopo ultimo e principale la celebrazione dei sacramenti. Il fine della catechesi dell’Iniziazione Cristiana non è preparare ai sacramenti ma introdurre nella comunità cristiana attraverso i sacramenti, che sono come i passaggi e i momenti alti del cammino. La catechesi di Iniziazione Cristiana non è, dunque, semplicemente un insegnamento dottrinale, né “distribuzione” di sacramenti, ma una introduzione alla vita cristiana che coinvolge tutta la vita. Si potrebbe dire che è un apprendistato. Ma per fare questo, la vostra famiglia non deve stare ai margini. Vi trascrivo alcuni pensieri tratti da un documento dei vescovi italiani che ha segnato l’inizio del rinnovamento della catechesi: “Insostituibile è la partecipazione dei genitori nella preparazione dei figli ai sacramenti della Iniziazione Cristiana. In tal modo non solo i figli vengono adeguatamente introdotti nella vita ecclesiale, ma tutta la famiglia vi partecipa e cresce: i genitori stessi annunciando ascoltano, insegnando imparano” Mamma e papà, testimonial del Vangelo • Voglio spiegarvi che cosa si intende dire con “Iniziazione Cristiana”. È questa una espressione un po’ difficile che ritorna sovente in questa lettera. Vostro figlio ha già imparato da voi, dal vostro amore, dai vostri racconti, dal vostro modo di pregare chi è Gesù e ciò che egli ci ha rivelato di Dio suo Padre. Verso l’età dei sette anni il bambino si mette con più assiduità alla sua scuola per diventare suo discepolo, per seguirlo come suo Maestro, per imparare la vita buona del Vangelo. L’Iniziazione Cristiana è, dunque, una crescita progressiva nella fede, è una esperienza di vita cristiana proporzionata all’età dei vostri bambini, aiutati e incoraggiati dalla vostra presenza, con il sostegno della comunità, attraverso il parroco e i catechisti. I fanciulli devono capire che è bello vivere da cristiani. Per questo il catechismo non è scuola, ma “esperienza di vita”. Ecco perché insisto che accanto ai vostri bambini dovete esserci voi genitori! Mamma e papà, siete testimonial del Vangelo! Prima di tutto con l’esempio. È questa la prima strada per trasmettere la fede e far gustare la gioia del Vangelo. Senza l’esempio si semina inutilmente. Sono sicuro che date l’esempio di valori umani all’interno della vostra casa. Devono, però, esserci anche gli esempi concreti di vita cristiana: l’amore vicendevole, il perdono, la preghiera, la partecipazione alla Messa festiva … Durante questo cammino saranno celebrati i sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia. L’Eucaristia è la fonte e il vertice della vita cristiana, è il sacramento della maturità cristiana. Nella nostra tradizione, la Prima Comunione costituisce per i bambini e i genitori un indimenticabile giorno di festa. Ma, certamente, non è la «festa della Prima Comunione» lo scopo e il punto di arrivo dell’Iniziazione Cristiana dei vostri figli. Il vero scopo è aiutare i bambini e i ragazzi ad entrare nella comunità cristiana e ad acquisire una «mentalità di fede», cioè imparare a pensare, ad amare, a scegliere, a vivere come ci ha insegnato Gesù. Lungo questo cammino i sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia (e anche quello della Confessione) rappresentano le grandi tappe che ci avvicinano alla méta. La domanda, allora, non è «quando» si celebra la Prima Comunione, ma «come» possiamo accompagnare i nostri figli all’importante appuntamento con Gesù Eucaristia. E in questo percorso di avvicinamento ci sarà uno stretto coinvolgimento di voi genitori e, d’accordo con voi, sarà fissato il «quando». Intanto sarà bello alla domenica, il giorno del Signore, partecipare insieme, come famiglia, alla celebrazione della Messa. L’Eucaristia non è soltanto una bella cerimonia, ma è Gesù risorto che si rende realmente presente nel pane e nel vino, che, per opera dello Spirito Santo, diventano il suo Corpo e il suo Sangue. È difficile spiegare questo. Ma è una realtà meravigliosa. Con l’Eucaristia possiamo dire: “Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me”. Solo partecipando attivamente e con fede alla Messa, passo dopo passo, riusciamo ad afferrare qualcosa di questo mistero e aiutare i nostri ragazzi a penetrarlo per quanto possibile. Così, quando vostro figlio giungerà alla Messa di “prima comunione”, questa sarà l’inizio di un’esperienza forte di amicizia con Gesù che segnerà profondamente la sua vita
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« il: Marzo 26, 2015, 05:55:28 pm »
"Essere genitori è difficile quanto necessario. È una sfida da accettare sapendo di poter contare sempre sulla presenza di Cristo e sulla sua Grazia: non raccoglierla vuol dire rinunciare al futuro".
Esagerando quanto basta, direi che ci vorrebbe una seconda venuta di Gesù per farci capire, prima a noi operatori di catechesi, e poi comunicarlo ai genitori, che possiamo e possono sempre contare sulla presenza di Cristo e sulla sua Grazia. Ma Gesù, verrà soltanto alla fine dei tempi e ha lasciato a chi vuol essere suo discepolo il compito di rendere visibile nel mondo la sua presenza. Non è forse vero che conosciamo la situazione delle famiglie e le difficoltà di dialogare con loro? Mi chiedo spesso perché non sappiamo trovare le parole giuste, le frasi che convincono e attirano, perché non facciamo innamorare di Gesù i nostri ragazzi coinvolgendo i genitori? Spesso siamo bravi a fare delle analisi, magari delle sintesi ma ci perdiamo nel comunicare. Gesù stesso trovò difficoltà con i suoi paesani che non compresero l'amore grande che portava loro; scuso i suoi discepoli un po' ignoranti, un po' abbagliati dai segni, ma noi? Credo di non trovare scuse, come non le trovarono gli apostoli dopo aver ricevuto lo Spirito Santo. Seguirono Gesù fino dare la loro vita per ricambiare il suo amore... Proprio in questo momento mi sono girato a guardare il calendario salesiano e ho visto questa frase di Don Bosco, che trascrivo: " Tutti vedono le cattive condizzioni in cui si trova la Chiesa e la Religione in questi tempi. Eppure, invece di riempire l'aria di lamenti piagnucolosi, bisogna lavorare a più non posso perché le cose procedano bene".
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« il: Marzo 26, 2015, 05:28:30 pm »
Propongo questa lettera in ogetto in cinque puntate per dare adito alla discussione. E' una lettera indirizzata ai genitori, catechisti/e e operatori di catechesi, lettera che vuole aprire la strada per un dialogo con i genitori e avvertire la loro importanza nell'educazione religiosa dei figli. Forse potremo apprendere anche come parlare ai genitori... La lettera risale a qualche anno fa ma la ritengo ancora attuale anche perchè, da quello che so, in questi ultimi cinque anni si è fatto molto poco con le famiglie... 1- Lettera del vescovo di Pinerolo Mons. Pier Giorgio Debernardi ai genitori , educatori nel cammino dell’Iniziazione Cristiana dei figli [size=0pt] [/size] Carissimi mamma e papà, Con questa lettera mi pare di bussare alla porta della vostra casa e di sentirmi invitato ad entrare per condividere le vostre gioie e le vostre fatiche. Sono contento di incontrarmi con voi. Anzi vorrei moltiplicare le occasioni di dialogo amico e fraterno. So che avete dei bambini oppure dei ragazzi che intendete educare nella fede. Penso sia una scelta che avete maturato insieme. Ne sono contento. Se la vostra famiglia è interconfessionale è indispensabile che sviluppiate una educazione cristiana con genuino spirito ecumenico. Vi posso assicurare che avete intrapreso un percorso di felicità che ha la sua sorgente nel Vangelo. I vostri figli sono dono di Dio Di una cosa dovete essere certi, carissimi genitori, i vostri figli sono una benedizione di Dio. Diventare papà e mamma è una esperienza meravigliosa che cambia radicalmente la vita. Penso alla gioia che avete provato quando avete stretto per la prima volta tra le vostre braccia un figlio o una figlia, vedendo riflessa nei loro lineamenti parte di voi stessi. Sono emozioni intensissime, difficilmente narrabili. Voi li amate, e tanto, ma ancora di più li ama Dio. La vita è un suo dono meraviglioso, e voi l’avete accolta con generosità e gioia. Il loro affetto e la loro esuberanza sono la cifra della vostra felicità. Nella loro voce, nel loro sorriso, nel loro pianto, voi potete leggere ed interpretare tutte le gioie, le speranze e le sofferenze del mondo. Educare è cosa del cuore Generare è dono e responsabilità. Educare è come un nuovo “parto” che esige competenza, dolcezza, fortezza e fiducia. San Leonardo Murialdo era solito affermare che “quello dell’educatore è il mestiere più difficile”. Unisce insieme gioia e trepidazione,vigilanza e perseveranza. Immagino le soddisfazioni che avete già provato e continuate a sperimentare nel vedere crescere i vostri figli, ma nello stesso tempo sono anche consapevole delle difficoltà e paure che avete già sofferto e ancora incontrerete. Non scoraggiatevi. Educare è un’arte che si apprende facendo, osservando e studiando le loro reazioni. L’educazione ha una qualità senza confronti: “è cosa del cuore”. Così diceva un educatore che la sapeva lunga, don Bosco. Ma aggiungeva anche: “Noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne mette in mano le chiavi”. Il cuore vi fa sognare grandi traguardi per i vostri figli. Non dimenticate, però, che il vero successo nella vita dipende dai valori che voi siete capaci di trasmettere, come la fiducia, l’onestà, la laboriosità, l’amicizia, il rispetto, il sacrificio, la sincerità e i gesti concreti di solidarietà. Sono tutte realtà belle che arricchiscono e rendono il nostro vivere pienamente umano. Per questo occorre dedicare tempo per i figli, parlando e dialogando con loro. Hanno bisogno di voi, delle vostre parole e della vostra attenzione. Bisogna amarli e renderli capaci di amare. (la seconda puntata la prossima settimana)
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« il: Marzo 19, 2015, 04:26:27 pm »
E' vero che non bisogna sottovalutare l'argomento del genere, ma ritengo anche vero che non bisogna farne nemmeno un campo di battaglia. In Italia l'argomento è nuovo, mentre in altri paesi è diventato comune l'insegnamento, obbligatorio!!! Mi chiedo, da dove incominciare per fare luce cristiana su questo argomento? Qualche iniziativa, anche se povera, è stata fatta. Lavorare separatamene , individualmente serve poco. Lavorare insieme, tutte le parrocchie con un programma unico produrrebbe dei frutti. Come la pubblicità: se non è continua, se non è battente, non produce i frutti desiderati. Con una differenza: il nostro campo è limitato, noi non vendiamo un prodotto, non discutiamo una ideologia ma presentiamo un modo di vivere. Siamo preparati a questo? Le nostre forze sono tali da coinvolgere le persone che convochiamo? Non basta denunciare, bisogna prima crederci, studiare, incontrare, parlare la lingua di chi ci ascolta. A questo punto per la catechesi è d'obbligo coinvolgere le famiglie e i giovani, i giovani del dopo cresima e più....
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« il: Marzo 19, 2015, 04:01:11 pm »
E' fantastico quello che fate. Non bisogna sottovalutare la capacità intellettiva dei bambini: la loro memoria immagazzina facilmente, se ciò che si propone illumina la loro fantasia. Tralascerei comunque l'antico testamento, per dare la parola alla Parola: Gesù, il Gesù dei vangeli che cammina per la Palestina amando e facendo del bene, attorniato dai discepoli, uomimi semplici, osannato dalla gente. Semplicemente così, almeno per il primo e secondo anno. Sarete fortunati/e se riuscirete a coinvolgere anche i genitori: ricordate che il "catechismo" nel futuro avrà bisogno delle famiglie, lavorate in questo senso, coinvolgete. E' difficile? Nulla è impossibile a Dio e a chi lavora seriamente per Lui.
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« il: Marzo 18, 2015, 02:29:06 pm »
Le famiglie tradizionali !! Mi chiedo se esistono ancora, ma esistono i ragazzi...Le famiglie sono cambiate, peccato che ce ne siamo accorti troppo tardi. Sì, troppo tardi e il peggio è che non siamo in grado di intervenire con una pastorale convincente. DOve è finita la pastorale per la famiglia, il decennio per la famiglia? Ne avete sentito parlare? Secondo il mio modesto parere, chi è preposto alla pastorale della chiesa lancia soltanto documenti e lascia la pratica ad altri: vescovi che si rivolgono ai parroci, parroci che sperano nei catehisti e così via... Tempo fa avevo lanciato una proposta: dalla CEI dovrebbero indirizzare obbligatoriamente delle iniziative:per esempio come prima cosa: in ogni parrocchia nel primo anno formare dei gruppi famiglia ( tre o quattro famiglie e contemporaneamente fomemmntare, creare un'amicizia fra queste); Secondo passaggio, aiutandosi con il gruppetto indire qualche incontro tra catechisti e famiglie: spiegare il piano catechistico per l'anno in corso (piano chiaro e semplice), vagliare disponibilità di aiuto.......e così cercando di anno in anno una catehesi appropriata per i genitori....compresa la preghiera quando verrà il momento.... E' solo un ipotesi di lavoro, ma bisogna pur incominciare, anche se qualcuno dirà: quanto è difficile!!!
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« il: Marzo 17, 2015, 06:07:51 pm »
Ancora una domanda: la domenica i vostri ragazzi frequentano l'EUCARISTIA? vengono a messa tutte le domeniche? Nella mia parrocchia catechismo due volte al mese prima della celebrazione della messa con partecipazione dei ragazzi, assenti tassarivamente le altre domeniche.... Per nove anni ho lottato al vento. Gradirei vs, simpatiche risposte .Grazie.
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« il: Marzo 12, 2015, 05:56:35 pm »
Un problema comune alla maggior parte dei catechisti/e questo dei bambini ingestibili. Ricordo un mio superiore che non accettava che gli riferissimo le magagne dei ragazzi. Dava a noi la colpa per incapacità di dialogo, e...non voleva sentire ragioni. Come era normale non mi era sembrato giusto il suo modo di prendere la situazione. Ma con il tempo mi sono ricreduto almeno in parte pensando alla mia formazione, forse non ero cresciuto abbastanza... Vi propongo senza pretese di insegnare qualcosa, un brano tratto da un mio lavoro di qualche tempo fa preparato per operatori di catechesi.
…Un professore che trasmette il suo sapere senza entusiasmare avrà degli allievi passivi, non partecipi, annoiati: non crea interessi, dialogo, non crea comunione. Un maestro, un operatore di catechesi deve mettere insieme intelligenza e cuore…. ….Prima regola del dialogo non è il parlare ma l’ascolto, l’ascolto paziente, non annoiato, senza fretta di dire la nostra. Proposto un argomento, l’ascolto ci fa conoscere l’altro, il nostro interesse nel conoscere l’altro prepara le nostre parole ad essere più incisive e appropriate e lo saranno se parliamo con il cuore, animati da una fiducia reciproca. Solo così acquistiamo l’autorevolezza di parlare al cuore dell’altro, facciamo nascere un dialogo e…una amicizia incipiente che col tempo diventerà vera, creiamo entusiasmo. Un passo degli Atti degli Apostoli esprime in maniera splendida questo: “All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro: che cosa dobbiamo fare?” (At 3,37). Seguire l’esempio di Gesù…Gesù insegnava e tutti ne facevano grandi lodi. Dobbiamo imparare da Gesù, nostro maestro… …Maestro buono cosa devo fare per seguire te e dedicarmi agli altri e parlare col cuore? Questa è la domanda che ogni cristiano, ogni operatore di catechesi deve porsi, in un dialogo continuo col Maestro. Vangelo in mano per leggere, riflettere sul metodo di Gesù. Scopriremo che è stato un grande amico, l’amico più grande che sia mai esistito, l’amico che ha amato tutto il mondo fino a sacrificare la sua vita per amore degli uomini. “Questo è il mio comandamento: che vi amiate, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando”(Giov 15,12-14). Gesù ha lasciato dei segni per dimostrare la sua divinità operando prodigi e anche miracoli ed ebbe a dire: “ Se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile” (Mt 17,20). Essere amici, avere fede in Lui, vivere una vita alla sua presenza per mostrarsi agli altri ed agire come il Maestro. Gesù era un grande osservatore, uno scrutatore di cuori, ricordiamo il giovane ricco, Nicodemo, La Samaritana, Pietro... Gesù era una grande parlatore, capace di arrivare al cuore dei semplici, dei poveri di tutti i bisognosi, ricordiamo le Beatitudini, le parabole molto vicine nel significato alla vita quotidiana di chi l’ascoltava. Gesù amava i bambini, anche quando stanco li voleva vicini: ”lasciate che i bambini vengano a me”, li segnalava come esempio per chi voleva raggiungere il Regno dei cieli… Gesù non disdegnò mai nessuno sempre in cerca di ogni uomo, ricordiamo la pecorella smarrita e il buon pastore, l’obolo della vedova… ma anche severo per chi in mala fede scandalizzava i fratelli, o uno dei più piccoli… Gesù è al servizio di tutti: “ il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28), e vuole che chi lo segue faccia lo stesso. Gesù si adoperò in tutti i modi per radunare i figli di Israele fino all’inverosimile, convinto della verità che predicava ( Lui è verità): “ Alcuni farisei tra la folla gli dissero: ”Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”. Ma egli rispose: “Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre” (Lc 19,39-40). Gesù pianse: ricordiamo Lazzaro, e poi per Gerusalemme: “ Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo “ Se avessi compreso anche, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi…non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (Lc 19,41-44). Questi sono solo alcuni esempi del comportamento di Gesù ma i vangeli, per chi sa leggerli e rileggerli con attenzione sono una miniera di esempi
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« il: Marzo 10, 2015, 04:58:36 pm »
Mi permetto, e perdonatemi se sbaglio: Ho seguito altri siti di catechisti o animatori. La cosa che più mi ha impressionato è la ricerca di cose da far vedere, mostrare, ricerca insomma per tenere buoni i bambini, ragazzi. Tutto bene, se prevale la persona di Gesù da seguire e amare, e il mezzo più efficace è il vangelo. Una cosa che dovremmo chiederci è se effettivamente conosciamo il messaggio evangelico e sappiamo annunciarlo nella sua pienezza umana che Gesù ha voluto mostrare incarnandosi, e ancora nella pienezza di Gesù, figlio di Dio. Se la risposta è no, corriamo ai ripari per non rendere vana la Parola che annunciamo.
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« il: Marzo 06, 2015, 06:46:39 pm »
Siete un modello da imitare parroci consenzienti, ovvero ? Sciopero.....................................!!
14
« il: Marzo 05, 2015, 05:25:06 pm »
Mi permetto di rispondere a Giuliano alle domande che lui si fa alla fine del suo scritto, semplice, sincero in cerca di scoprire e migliorare la sua vita cristiana. Cercare di saperne di più è già un buon inizio. Caro Giuliano: Mi verrebbe da farti una domanda su cui riflettere, domanda che forse ti sei fatta o forse no: conosci bene la vita di Gesù, hai letto e continui a leggere e rifletterci su ogni tanto? Nelle pagine del Vangelo troverai una prima risposta se fai attenzione a quello che dice e fa Gesù, alla gente che lo segue, al comportamento dei suoi discepoli. Confronta poi, quanto hai letto, e riflettuto per esempio sul brano di vangelo della domenica, con l’omelia del sacerdote. Se ti vengono ancora dei dubbi chiedi un confronto col sacerdote. Non ti affidare al sacerdote di moda: il giorno che questi non ci sarà, cosa farai? Nessuno ti potrà dare delle garanzie mentre sei nel dubbio: prima devi credere che in questa situazione qualcuno vuole che tu ti affidi a Lui, Gesù. Tu lo hai scritto: “sarà Gesù che ascolto che cerco o sarà che don Fabio mi ha stregato? Purtroppo non possiamo avere un sacerdote a misura per ognuno di noi: di qualcuno dobbiamo fidarci. I sacerdoti possono avere dei limiti come ognuno di noi: prendiamo il bello e il buono che Gesù ci dice per mezzo loro. Alla tua domanda “E Voi quale regola seguite per la Vostra formazione?”, posso risponderti:
non vi sono regole nel seguire Gesù: Lui è la regola! Il vangelo ci parla di molti incontri di Gesù con la gente, con i suoi discepoli: questi momenti ci danno la regola di comportamento dei cristiani. L’incontro con Gesù ci farà vedere un po’ alla volta diversi: peccatori bisognosi di misericordia, ammalati che hanno bisogno di essere guariti, entusiasti per le sue opere, soggiogati dalle sue parole, gioiosi dopo il perdono, felici dopo averlo ricevuto nell’ eucaristia, grati per averci salvato. Durante questi periodi non bisogna, sarebbe controproducente, leggere qualsiasi cosa, “chiunque”: fatti consigliare qualche lettura mirata dal tuo parroco, o da qualche sacerdote che conosca bene il tuo cammino religioso. Un’ultima cosa: non aver paura di chiedere spiegazioni, sii umile, come ti sei dimostrato nella tua richiesta di aiuto, fatti aiutare, cerca il confronto nel dubbio, prega con tue parole, adagio, parlando dei tuoi problemi e desideri: ti assicuro che un po’ alla volta avrai delle risposte. Mi potrai chiedere a questo punto: ma tu come hai fatto? Rileggi, è la mia esperienza. Auguri, e non scoraggiarti mai! un caro saluto.
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« il: Marzo 04, 2015, 04:08:04 pm »
Di Papa Francesco se ne sentono di tutti i colori: - finalmente un papa che parla chiaro - un papa che non dice nulla di nuovo - ciò che dice il papa appartiene al cammino millenario della Chiesa, dette per voce di tanti sacerdoti, vesovi, e anche da laici... - il papa parla troppo - la gente cattiva non lo ascolta - e così via......
Approviamo queste voci? Per noi catechisti e cristiani impegnati è cambiato qualcosa nel nostro modo di annunciare il Vangelo? Vediamo nelle nostre parrocchie dei cambiamente nella catehesi e nelle opere??
Mi fermo qui: Dite la vostra...io dirò la mia. enzo
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