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SCHEMA DELLO SVOLGIMENTO DELLA SACRA RAPPRESENTAZIONE

Tutti i bambini, genitori, catechisti seduti nella sala S. Pietro al centro della quale ci saranno i tappeti con sopra la pedana che fungerà da tavola e dei cuscini per i posti degli apostoli e di Gesù.

Inizio del narratore (musica di sottofondo ?):

Si avvicinava la festa degli azzimi chiamata Pasqua.

La Pasqua era per gli ebrei la festa più importante dell'anno, bisognava quindi prepararla bene per celebrarla con grande gioia.

In quella santa notte gli ebrei rivivevano l'evento più straordinario della loro storia: Dio il Signore, l'Eterno li aveva liberati dalla schiavitù dell'Egitto e dal potere del faraone.

Per preparare accuratamente la festa le donne di casa pulivano bene ogni stanza; bisognava infatti far scomparire tutto il pane vecchio, tutte le cose vecchie che potevano trovarsi dentro la casa.

Per questo le donne di casa andavano in giro per tutte le stanze della casa e con una candela accesa cercavano tutto il pane vecchio per poterlo eliminare.

Mentre giravano per casa dicevano: Ti prego Signore se c'è qualcosa di nascosto in questa casa fallo sparire. Se c'è qualcosa di nascosto dentro di me ti prego fallo sparire.

Anche Gesù che era è ebreo e figlio di ebrei, Maria e Giuseppe imfatti erano ebrei, si apprestava a celebrare la grande festa della Pasqua.

Per vivere insieme a sua madre Maria ai suoi discepoli e alle loro famiglie la liberazione dall'Egitto Gesù dunque inviò i suoi discepoli Pietro Giacomo e Giovanni a controllare se tutto era pronto per la festa.

I Discepoli dunque si recarono sul luogo indicato da Gesù e prepararono accuratamente la sala addobbandola con cura, sistemando i tappeti.

Accesero le fiaccole.

Giunta la sera anche Gesù andò nella casa dove si sarebbe svolta la grande Cena.

Vi si recò insieme a Maria Sua madre ed insieme a tutti i suoi discepoli Pietro Giacomo Giovanni Andrea Bartolomeo Tommaso Matteo Giacomo figlio di Alfeo Giuda Taddeo Simone il cananeo Filippo e Giuda iscariota quello che poi lo avrebbe tradito.

Giunsero intanto anche le mogli dei discepoli con i loro bambini Giunsero insieme a loro anche alcuni familiari Che desideravano partecipare alla grande cena.

Subito dopo iniziò la preparazione di una grande mensa. Entrarono dunque quattro ancelle portando una grande tovaglia bianca.

La distesero sulla tavola che era già preparata. Su quella mensa tanto grande dovevano essere collocati alcuni alimenti, ognuno dei quali aveva per gli ebrei un grande significato.

Ecco che infatti le donne presenti insieme ad alcune ancelle iniziarono a collocare sulla mensa le diverse pietanze della cena:

Tra le portate le donne deposero sulla mensa un po' di erbe amare; le erbe dal sapore tanto amaro ricordavano agli ebrei quanto gli egiziani avessero amareggiato la loro vita durante la schiavitù.

Poi deposero anche un po' di aceto e un po' di sale per intingere le erbe e renderle meno amare.

Poi ancora posero sulla mensa alcuni pani azzimi cioè non lievitati; quei pani infatti non avevano avuto il tempo di lievitare a causa della fretta con la quale gli ebrei erano usciti dall'Egitto.

Poi collocarono sulla mensa alcune uova; quelle nuova rappresentavano la vita, erano il simbolo della terra promessa e della vita eterna.

Infine al centro della tavola venne portato un vassoio contenente un po' di agnello; quell'agnello secondo ciò che Dio aveva comandato a Mosé e ad Aronne doveva essere maschio nato nell'anno e doveva essere mangiato arrostito. Se un'agnello fosse stato troppo per una famiglia doveva essere diviso tra più famiglie e i discepoli fecero proprio così.

Infine fossero ancora sulla mensa l'charoset; l'charoset era una pasta fatta di mandorle tritate mescolate con mele e cannella il cui colore ricordava il materiale con cui gli ebrei impastavano i mattoni in Egitto.

Infine posero alcuni contenitori di vino; quel vino ricordava il sangue con il quale gli ebrei avevano bagnato gli stipiti delle porte delle loro case nella notte della loro liberazione.

Ogni ebreo sedendosi davanti a questi segni vedeva davanti a sé tutta la sua storia. Ricordavano così e rivivevano tutti i meravigliosi prodigi che Dio, l'Eterno l'Onnipotente aveva fatto con loro.

Stava così per iniziare la grande cena.

Ad un certo punto della notte iniziavano le domande di bambini i quali chiedevano perché quella sera la cena era così diversa ed abbondante e perché quella sera non erano andati a letto presto e tutti insieme intonavano questo canto.

Canto “che cosa c'è di diverso questa notte”

Gesù prendendo la parola rispose iniziando a raccontare come gli ebrei in Egitto soffrivano sotto la schiavitù degli Egiziani come Dio mosso a compassione dal suo popolo mandò Mose a liberarlo.

Era importante che i bambini carpissero ogni cosa bene ecco perché Gesù rispondendo alle domande dei bambini così incuriositi per quella insolita notte raccontò loro la meravigliosa storia del popolo di Israele.

Affinché risultasse chiaro e comprensibile tutto il racconto colleghò ogni episodio della storia sacra con un numero così che ai bambini restasse ben impresso nella mente.

Al numero uno per esempio corrispondeva Dio al due corrispondevano le tavole del patto della legge e cosi via con gli altri numeri e dopo aver raccontato e spiegato la vicenda Gesù per vedere se tutti i commensali avevano compreso iniziò interrogandoli dicendo:

Canto dei numeri

Alla fine del canto Gesù si alzò da tavola e preso un asciugatoio se lo cinse attorno alla vita poi versò dell'acqua in un catino e iniziò a lavare i piedi a ciascuno dei suoi discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.

Venne dunque Gesù vicino a Pietro e questi gli disse: Signore tu lavi i piedi ame ? Quello che io faccio ora non lo capisci ma lo capirai dopo.

Signore non mi laverai mai i piedi. Se non ti laverò i piedi non avrai parte con me.

Signore allora non solo i piedi ma anche le mani e il capo.

Dopo di ciò Gesù disse ai suoi discepoli: ho desiderato ardentemente di celebrare questa Pasqua con voi prima della mia passione.

Preso dunque il pane Gesù fissando il cielo Rese grazie a Dio dicendo: Benedetto sei tu Signore che hai fatto sorgere il pane dalla terra.

Poi Gesù spezzò il pane e lo distribui ai discepoli dicendo: questo non sarà più per voi il pane dell'uscita dall'Egitto ma questo per poi è il mio corpo che prende su di se tutte le vostre schiavitù, tutte le vostre tristezze, tutte le vostre debolezze, tutte le vostre angosce.

Dopo di ciò iniziò la distribuzione dei cibi presenti sulla mensa a tutti i commensali.

Le donne di casa presero un piatto nel quale si trovavano le erbe amare, l'agnello il pane azzimo, l'charoset, le uova e distribuirono il cibo a tutti i presenti.

Anche a tutti i bambini che partecipavano a quella straordinaria mensa.

Gesù allora prese il calice del vino e rese grazie a Dio dicendo: Benedetto sei tu Signore Dio nostro Padre che alimenti il mondo intero con la tua bontà.

Tu hai fatto un'alleanza con il nostro padre Abramo e poi con Isacco e Giacobbe e infine con Mosè.

Questo vino non sarà più il segno dell'antica alleanza ma questo è il mio sangue segno che Dio si allea ancora ancora con voi perché vi ama.

Dopo aver pregato Gesù distribuì un po' di vino a ciascuno dei discepoli.

La festa era giunta al culmine e tutti riconoscendo che Dio è al di sopra di tutto iniziarono questo canto:

Canto “Alla Fiera dell'EST”

Al termine della cena Gesù e i suoi discepoli uscirono diretti al giardino degli ulivi.

Canto finale: Il canto delle 4 notti

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